Fabio Frizzi. Backstage di un compositore

Titolo: Fabio Frizzi. Backstage di un compositore

Autore: Fabio Frizzi. Prefazione di Vincenzo Mollica

Editore: Graphofeel – ottobre 2020

Pagine: 430 – brossura

Prezzo: eur 23.00

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

Fabio Frizzi nella musica ha mosso i primi passi. A casa sua c’erano sempre note nel sottofondo..

Lirica, canzoni italiane, non era importante. Facevano parte del suo quotidiano, riempivano i vuoti ed i silenzi, accompagnavano gli umori.
La strada della crescita l’ha sempre portato davanti alla musica, a scuola con i professori che capivano le sue inclinazioni, il lavoro del padre che frequentava gli ambienti giusti.
Poi un disco in mano. Un 45 giri arrivato inaspettatamente che regalava a Fabio la prima vera esperienza di orchestra per film.
E fu amore.
All’ascolto si unì uno strumento ed anche in questo caso fu una casualità.
La chitarra entrava nella vita di Fabio come seconda scelta ma dopo breve diventava primaria e necessaria presenza.
Arriva poi la svolta. Una commedia musicale nella quale Fabio e la sua piccola band riescono ad inserirsi con le loro note. Per lui quel sodalizio è la certezza che quel mondo fatto di accordi, prove, sala registrazioni, è il suo.
Quali sono stati i suoi primi passi “musicali”?
La musica classica di Bach per poi approdare alle colonne sonore cinematografiche dove non c’erano regole e ci si poteva muovere con più disinvoltura. Da qui in poi il suo sogno di diventare un musicista delle immagini iniziava a prendere una forma ben definita.
La narrazione della sua esperienza professionale, degli incontri, dei successivi, dei progetti, si affianca alla musica come presenza viva e palpitante, come sentimento, regole, idee da difendere con tenacia e stile che sfoceranno in un vero e proprio vademecum del compositore.
La storia di Fabio è anche la storia della musica italiana.
L’arrivo dei Beatles e di una ventata culturale innovativa, poi i primi complessi che imitavano lo stile  straniero pubblicando versioni nella nostra lingua: Equipe 84, Camaleonti, Dik Dik.
Fabio rammenta le tracce dell’entrata in chiesa della musica celebrativa, una grande possibilità che regalava alla messa canti e nuove sonorità.
Quando la sua carriera prende piede ci fa incontrare tanti nomi dello spettacolo che gli hanno stretto la mano o con cui ha lavorato o che semplicemente ha avuto sotto gli occhi come maestri a partire dal grande Enzo Morricone, Dario Argento, Terence Hill e Bud Spencer.
Tra queste pagine ci svela ( io non lo sapevo) che Fantozzi è stato un libro prima di essere un film e racconta il suo incontro con l’attore e la nascita della notissima colonna sonora che prevede l’utilizzo di uni strumento che ha due anime estreme, da una parte grottesco e dall’altra melodioso e che si sposava perfettamente con il comico personaggio a tutti noto.
Chi non ha mai visto la scena di “Vieni avanti cretino” in cui un ingenuo Lino Banfi si crede in attesa di un’avventura erotica mentre invece andrà sotto i ferri del dentista? Fabio è stato anche lì, ci sono le sue note legate a quella scena iconica della commedia l’italiana.
Adriano Celentano, un altro volto.
Ci ricorda le famose cantine dove le band adolescenziali provavano cercando di insonorizzare le pareti con i contenitori delle uova presi al mercato rionale.
I musicarelli, quanti di voi li rammentano?
Rispolvera la commedia sexy, gli anni del western italiano ed un’industria cinematografica che nel nostro paese conosceva un periodo d’oro con circa 300 prodotti all’anno.
Poi, dopo la seconda Guerra mondiale ci furono gli anni di piombo. La lotta politica armata, la paura degli attentati e delle manifestazioni violente portarono ad allontanarsi dal genere cinematografico. Fabio allora volge la sua professionalità verso il teatro, un modo di fare musica più diretto e completamente diverso.
Ma questa non è stata l’unica volta in cui si è dovuto reinventare. Frizzi infatti è stato anche direttore d’orchestra nei varietà.
Una biografia molto fitta ma scritta con incredibile scorrevolezza.
Dalla nascita in poi il cammino dell’autore è stato costellato da suoni e volti che per noi spettatori sono irraggiungibili. Questo libro invece gli restituisce umanità e concretezza.
È stato un po’ come mettere il naso nel retroscena dell’intrattenimento artistico nelle sue varie forme.
Lo abbiamo letto prendendoci del tempo, un po’ alla volta. Ed è stato molto piacevole affiancare  alla lettura l’ascolto di alcuni brani che Frizzi fa rivivere tra le pagine.
Musiche che richiamano subito immagini cinematografiche, note a cui non legavamo nessuna storia o nessun aneddoto prima di leggere questa biografia.
Questo testo è sicuramente un accrescimento culturale in termini di arte e spettacolo.
Quello che stupisce è l’incredibile umiltà del tono. Una prosa senza pretese, onesta e trasparente con il solo intento di raccontarsi e condividere il bello e cattivo tempo della musica.
Non bisogna essere intenditori né suonatori, la biografia di Frizzi è un album fotografico del film della sua vita dove già conosciamo la maggior parte delle comparse ma ci sfugge quell’aspetto intimo e più quotidiano che invece questo libro ci regala.
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